I ratti, come molti altri roditori, sono spesso utilizzati come animali da laboratorio. In particolare, il Rattus norvegicus è un modello animale molto utilizzato in tossicologia ed in studi sul sistema nervoso. L'affinità genetica fra l'uomo e il ratto è molto superiore a quella fra l'uomo e il topo.
I ratti nella cultura occidentale
Vittime della peste bubbonica, da una Bibbia del XV secolo
Nel mondo occidentale, al ratto sono associate quasi esclusivamente immagini negative, come "sporcizia", "putridume", "malattia"; spesso viene usato metaforicamente come emblema di corrispondenti morali di queste immagini (per esempio disonestà e falsità). È possibile che questa visione del ratto abbia le sue radici anche nel trauma subito dall'Europa durante la Peste Nera.
Poiché la presenza di ratti viene percepita come un'infestazione, viene considerata accettabile la pratica di avvelenare i ratti con pesticidi, mentre questo non vale per i cani randagi o altri animali che potrebbero causare problemi simili a quelli imputabili ai ratti.
Spesso la distinzione fra "topo" e "ratto" viene trascurata, e il ratto viene percepito come un "grosso topo" (già gli Antichi Romani si limitavano a distinguere fra mures maximi e mures minimi, "topi grandi" e "piccoli"). Quando viene fatta una distinzione, il ratto è di solito rappresentato come una controparte infida e aggressiva del più mite "topolino".
I ratti nella finzione
I ratti nella narrativa e nel cinema occidentali sono in genere rappresentati in modo coerente con gli stereotipi comuni propri di questa cultura, e non raramente con riferimenti impliciti o espliciti alla peste.
Nella fiaba del Pifferaio di Hamelin, un'infestazione di ratti dà inizio a una catena di eventi che causeranno la "morte" di tutti i bambini del paese.
In 1984 di George Orwell, la fobia dei ratti viene usata come strumento di tortura.
Nel romanzo horror The Rats di James Herbert, ratti mutanti diventano divoratori di uomini.
Nel racconto "I topi" di Dino Buzzati, una casa viene infestata da un gran numero di enormi ratti, i quali arrivano a prendere il controllo dell'abitazione e a sottomettere i proprietari umani della stessa.
Nella serie di Redwall di Brian Jacques i ratti sono i principali "cattivi".
Anche nel film Rats di Tibor Takács i ratti sono i principali "cattivi", giganteschi e nutriti col sangue.
Il professor Padraic Rattigan, antagonista del film Disney Basil l'investigatopo, è un ratto a differenza di quasi tutti i personaggi della vicenda che sono topi.
Nell'albo "La marea grigia" della serie a fumetti Martin Mystere, il Detective dell'Impossibile indaga su un'invasione di ratti a Venezia.
Alcuni autori hanno giocato su questo pregiudizio nei confronti dei ratti ribaltandolo a effetto. Per esempio, ratti "buoni" sono protagonisti di opere come il film d'animazione Brisby e il segreto di NIMH, la serie televisiva Ratz, il romanzo Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori di Terry Pratchett e il film d'animazione della Pixar Ratatouille. Anche Splinter, il maestro delle Tartarughe Ninja, è un ratto, e sono ratti anche i due protagonisti del più recente Ratti matti.
Cultura orientale
Ganesh che cavalca il suo ratto; scultura nel tempio di Vaidyeshwara a Talakkadu, Karnataka, India
La cultura orientale è generalmente più benevola verso il ratto; per esempio, esso è il primo dei dodici animali dello zodiaco cinese, e le caratteristiche che gli corrispondono includono creatività, onestà, generosità, ambizione e velocità nelle decisioni.
Nel mondo induista il ratto è la cavalcatura di Ganesha, e generalmente considerato con rispetto o addirittura devozione. Nella città indiana di Deshnoke, per esempio, è diffuso un particolare culto dei ratti, visti come la reincarnazione dei Sadhu, i santi della religione indù. I fedeli offrono cibo a questi animali, e considerano una benedizione poter mangiare a loro volta cibo toccato dai ratti.
Fonte Wikipedia